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La sussurrata, poetica femminilità che Aurora Maletik cita nei suoi scatti, nulla ha a che fare con quel mondo confuso e caotico della società dei consumi di massa dove alle donne è richiesto di “essere belle” ma di stare zitte.
Aurora guarda le donne da donna e questo le consente di offrire allo spettatore uno spaccato sul poliedrico universo psicologico femminile e, allontanandosi da cliché o stereotipi, riesce a reinterpretare, in chiave assolutamente originale, le tonalità emotive che connotano ogni donna.
Gli scatti di Aurora non si possono raccontare. Le parole non possono descrivere l’elegante rimando al mondo delle emozioni che, invece, queste immagini rendono in tutta la loro pienezza.
Lo spettatore viene assorbito dalla visione e dolcemente accompagnato alla scoperta del suo mondo emozionale.
Maristella Trombetta, Docente di Estetica dell’Università degli Studi di Bari
Ho visitato la mostra “Nuda Malinconia” di Aurora Maletik presso l’ex Ospedale di San Rocco, in Piazza San Giovanni a Matera. Una mostra ben strutturata che mi ha dato molte emozioni e molti spunti di meditazione. Una mostra che raccoglie gran parte della produzione artistica di questa fotografa sensibile ai temi della Donna, temi affrontati sempre con una poesia molto curata nei dettagli scenici in maniera quasi maniacale come immancabilmente deve esserlo la Poesia, sia essa scritta con la penna sia scritta con la luce. Mi ha impressionato parecchio sapere dall’autrice, di grande valore e disponibilità anche e soprattutto come persona, del lavoro che c’è dietro ad ogni scatto, un lavoro “cinematografico” direi. Lavoro che comprende una ricerca spasmodica nel reperire non soltanto il materiale umano dei soggetti ritratti, ma soprattutto una ricerca delle ambientazioni, dei costumi di scena, degli oggetti che gravitano nelle orbite di quei soggetti e che ne costituiscono gli ambienti in cui essi si muovono. Non per nulla la Maletik è anche autrice di cortometraggi concettuali che si possono visionare pure all’interno di questa mostra. Una mostra, insomma , che invito tutti a prendere visione e a lasciarsi trasportare dalla visuale luminosa ed illuminata di quest’artista di talento.
Dott. Giovanni Amoruso
Scatti introiettivi, quasi un incedere che spazia dall’introspezione iniziale alla proiezione di un futuro mai prossimo. Questo l’anelito femminile nella Donna proposta da Aurora Maletik in una eccellente mostra fotografica di chiaroscuri, di bianconeri, di colori mai prevalenti che fanno della “nuda melanconia” la condizione sentita di caducità quotidiana o di avvertito limite, che non imprigiona però il rinnovato, tanto desiderato essere cui quest’anima eterea sensibile è a volte protesa e a volte determinata nella solitudine che la circonda.
Una solitudine composta, suscitata anche da un uomo “assente”, spesso disinteressato alla bellezza che promana il desiderio di condivisione frustrato ch’ella prova, sovente perché la volontà cieca di possesso lo esclude e lo respinge dall’amore che potrebbe, all’unisono con lei, colmare il crepaccio delle diversità.
Ecco….una donna un po’ retrò che sa definitivamente abbracciare un post moderno fatto di essenzialità, fors’anche di una sobrietà perduta nelle pieghe dell’apparenza. Che rigetta, così essendo, la decadente condizione di edonistica esposizione d’indumenti volti a suscitare bramosia e carnalità o che volta le spalle anche a se stessa, quando si scorge in un involucro che non le appartiene o in un mondo prossimo venturo che l’aspetta oltre un campo di papaveri rossi.
Fotografie prive di evanescenza, non quelle sottratte a situazioni esibite che mai si mostreranno tal quali, ma oggettive rappresentazioni della storia di un processo che ha invertito il senso di una conclamata evoluzione mai compiuta e che ha prodotto solo silenzio ed incomunicabilità fra gli attori, artefici ed inconsapevoli protagonisti.
Il nudo si sottrae al compiacimento degli occhi e, quand’anche velato o mai esplicito, diventa motivo di ricerca del bello, armonia di linee che ricordano convessità di dune o simmetrie che sono dolci distribuzioni visive.
Soffusa malinconia, mesta tristezza, ma quanta sensibilità v’è nell’autrice….un palmo di elegante e raffinata impostazione fotografica in cui nulla, ma proprio nulla è casuale e che la differenzia dal restante contesto fotografico femminile per superiore capacità di svolgere la composizione e di raffigurarla come quadri d’autore !
Il rosso volitivo che è fuoco, amore, furore duetta con il bianco ed il nero di una spiccata realistica condizione emotiva ed entrambi rinnovano l’ipotesi dell’autrice che coniuga bellezza, attesa ed essenza di un essere che è parte di un universo piuttosto che di un semplice esclusivo rapporto umano.
Dott. Pietro De Lucia
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